FUNZIONE E UTILIZZO DEL NUOVO MARCHIO: I BUMPERS
I bumpers sono sequenze di cinque secondi che presentano
il marchio della rete animato e inserito in vari
contesti.
Mentre il monogramma in basso a destra dello
schermo televisivo è fisso, i bumpers sono mandati in
onda in modo discontinuo durante gli stacchi
pubblicitari e sono sempre diversi.
Il primo è un artefatto comunicativo che permette
soltanto di identificare la rete, mentre i secondi
comunicano un maggior numero di informazioni.
Utilizzando la metafora dell'interazione umana,
potremmo dire che l'identificazione della rete
attraverso il marchio fisso corrisponde alla semplice
presentazione fra due persone: ciò che viene detto è
soltanto il nome. Anche se la presentazione fornisce già
alcuni elementi sulla personalità dell'altro, la
conoscenza è molto limitata. I bumpers, invece, sono un
tentativo di approfondire la conoscenza, come quando due
persone, dopo essere state presentate, si scambiano le
prime essenziali informazioni (provenienza, occupazione,
età ecc..).
Si possono inoltre pensare i materiali e i colori che
costituiscono il monogramma come aspetti della
personalità dell'individuo coinvolto nell'interazione,
ma su questo punto ritorneremo in seguito.
Quello che è importante sottolineare è che esiste un'interazione
simbiotica fra bumpers e monogramma: il bumper
denota e insieme connota il monogramma, e quest' ultimo
attribuisce al testo visivo un significato diverso
rispetto a quello originale. La nuova realtà che
scaturisce dalla fusione di questi due elementi non può
prescindere nè dall'uno nè dall'altro, in questo senso
si può dire che essi sono interdipendenti tra di loro e
costituiscono
insieme
il vero
marchio della rete.
Da questa premessa segue che quando descriviamo i
bumpers analizziamo in realtà il marchio stesso e non
semplicemente uno stacco pubblicitario.
Tipologia dei bumpers
Ve ne sono di due tipi: i
bumpers pubblicitari
indicano
l'inizio dell'intervallo pubblicitario, in armonia con
il comma 2 dell'articolo 8 della Legge Mammì che recita:
"la pubblicità televisiva e radiofonica deve essere
riconoscibile come tale ed essere distinta dal resto dei
programmi con mezzi ottici o acustici di evidente
percezione".
Il secondo tipo è quello dei
bumpers di coda,
che vengono generalmente presentati alla fine degli
intervalli pubblicitari ed hanno la tipica funzione di
stemma-sigillo: l'emittente, dopo il momento un po'
anonimo della pubblicità, riafferma con forza la propria
identità e si riappropria del canale presentando i suoi
programmi.
1) I
BUMPERS PUBBLICITARI
I due bumpers pubblicitari descritti di seguito sono
stati ideati da designers diversi: il primo è opera di
Federico Gaggio, principale autore del rinnovamento
dell'immagine di VM, il secondo del grafico di origine
libica Karim Azzabi, che ha iniziato la sua
collaborazione con Videomusic più tardi (v. anche il
paragrafo "I bumpers di Karim Azzabi").
La cassa
All'inizio
di ogni intervallo pubblicitario si vede un registratore
di cassa degli anni '50, sul cui display appare, invece
dell'importo da pagare, la scritta "pubblicità" in
lettere bianche e nere. Appena la scritta appare, si
apre il cassetto, e i soldi formano il marchio VM (la V
è fatta di banconote, la M di monete). L'audio è formato
dal jingle dei bumpers accompagnato da un tintinnio di
monete.
Il registratore di cassa, a detta dell'autore (Gaggio
1983), "introduce un po' di humour nello stacco
pubblicitario, giocando sul doppio valore simbolico
del registratore di cassa come elemento
caratteristico del consumo di massa, ma anche come
brusco richiamo del valore economico che lo spazio
pubblicitario in sè rappresenta per la rete". Ci sembra
che l'idea sia stata felicemente realizzata; il
carattere provocatorio, trasgressivo e ludico di questa
soluzione è inoltre perfettamente in linea con la
personalità della rete.
L'ironia dello stacco sta nella compresenza dei due
livelli di lettura citati dall'autore; lo spettatore
viene coinvolto in un gioco, che consiste nello
svelare il livello più nascosto, quello del valore
economico che lo spazio pubblicitario assume per la
rete. Con questo stacco la rete sembra dire: "Adesso,
grazie alla pubblicità, incassiamo soldi!". Nel momento
in cui lo spettatore coglie questo messaggio nascosto,
il gioco giunge al suo punto culminante, e la
soddisfazione è massima. (v. paragrafo sul "Gioco").
La moneta di Karim Azzabi
Un altro
bumper pubblicitario è quello in cui compare, rotolando
da destra verso sinistra, la moneta da 50£: il fabbro,
mentre la moneta si porta in primo piano, si anima e si
tira una martellata su un dito. Il martello gli sfugge,
lui si inginocchia stringendosi la mano dolorante, che
infatti lampeggia di rosso e giallo. La moneta a questo
punto ruota e sull'altra faccia compare in alto la
scritta "pubblicità", al posto di "Repubblica italiana"
e al centro il monogramma VM, al posto del profilo
femminile. Lo sfondo di questa animazione è ancora una
volta il monogamma, realizzato in materiali sempre
diversi; l'audio è dato da un rumore di ferraglia, su
cui si innestano la martellata e l'urlo di dolore.
Questo bumper presenta una certa continuità con il
lavoro di Gaggio: in quello compariva la cassa, e le
monete componevano il monogramma; qui la moneta diventa
la protagonista assoluta. E' diverso il tipo di humour:
in questo bumper si mette in ridicolo l'immagine dell'uomo
nobilitato dal lavoro. Nelle 50£, infatti, l'uomo
diventa figura mitica attraverso il lavoro e, come gli
eroi della tradizione classica, è ritratto nudo. Il
bumper distrugge questo mito, rendendo nuovamente umano
il lavoratore della moneta, che, infatti, dandosi la
martellata sul dito, e cioè sbagliando, ribadisce i suoi
limiti e perde l'aura di infallibilità tipica degli
eroi.
In alternativa possiamo pensare che il bumper ironizzi
sul mito del guadagno a tutti i costi,
introducendo in una tipica rappresentazione del lavoro e
dello sforzo una nota dissacrante e caricaturale.
In entrambi i casi il gesto iconoclasta può essere
accostato a quello compiuto da Duchamp sulla Gioconda, a
cui disegnò i baffi. Con questo bumper si vogliono
distruggere le convinzioni fondamentali della società
per quanto riguarda il denaro.
2) I
BUMPERS DI CODA
I bumpers con le citazioni
Nei bumpers
con le citazioni il marchio viene accostato ai
personaggi di tre serie tematiche ben definite: il
cinema, la pittura, i fumetti.
Per quanto riguarda la pittura il periodo citato
è il Rinascimento e i pittori sono soprattutto italiani:
ben tre dipinti sono del Botticelli ("L'annunciazione",
"La Venere" e il "Ritratto di giovane uomo con la moneta
di Cosimo il Vecchio"), ma vi sono anche Piero della
Francesca, il Pisanello, Bellini e Moroni, della scuola
veneta, e il Bronzino. Sono rappresentate anche le
scuole straniere: ben tre dipinti sono di autori
fiamminghi e uno appartine alla scuola di Fontainebleau.
A proposito del cinema, gli attori scelti sono
quelli degli anni '40-'50-'60, per un problema di costi
relativi al copyright. Fra gli italiani troviamo Sofia
Loren, Anna Magnani, Silvana Mangano, Marcello
Mastroianni, Totò. Per le altre citazioni sono stati
scelti attori americani: Virginia Mayo, Liz Taylor, Jane
Russell, Jean Harlow,
Clark Gable e Shirley Mc Laine.
Per
quanto riguarda i fumetti, vi è solo il bumper di
Diabolik che sviluppa questo tema, in quanto alcune case
editrici hanno rifiutato il permesso di usare i
personaggi inizialmente previsti (Dylan Dog, Tex, Lupo
Alberto).
Il jingle si basa su poche note, ma ogni volta
vengono aggiunti degli effetti sonori, a seconda del
tema trattato nel bumper. Il motivo di fondo ricorda il
gorgogliare delle bollicine dell'acqua effervescente, e
crea l' effetto di un qualcosa che emerge dalla materia
iniziale; inoltre siccome il punto culminante del motivo
coincide spesso con il definitivo affermarsi del
monogramma, possiamo affermare che anche il sonoro
contribuisce a ribadire la fusione di quest'ultimo col
contesto variabile del bumper.
I marchi su sfondo nero
Il marchio
esiste su due piani:
1) marchio-bumper (v. introduzione del capitolo);
2) monogramma utilizzato da solo su sfondo nero.
Quest'ultimo viene variamente rappresentato: fuoco e
ghiaccio, popcorn, palloncini, Cadillac, mare,
fluorescente, chiesa, fiori e mosche.
Il jingle è lo stesso dei bumpers con le
citazioni.
La sensazione che si ricava è che il marchio sia
vivo, plastico, anche nel caso in cui non sia
animato, perciò possiamo concludere che anche questi
bumpers sono in sintonia con l'immagine di rete giovane
che Videomusic vuole dare di sè.
I bumpers di Karim Azzabi
In questi
bumpers si nota chiaramente la differenza di stile
rispetto a quelli di Gaggio. Mentre il bumper della
moneta manteneva, pur nel cambiamento, una certa
continuità con la linea precedente, ci sembra che i
nuovi bumpers introducano rumore nell'immagine
coordinata della rete, in quanto privi di coerenza con
il lavoro di Gaggio.
Infatti nei bumpers di Karim Azzabi il marchio si anima
su uno sfondo, che non è nè quello della citazione, nè
lo sfondo nero, ma un luogo fantastico o immaginario.
Si ha dunque la sensazione che l'ordine sia stato rotto,
la ripetizione e la citazione, che erano alla base del
lavoro di Gaggio, non sono più rispettate.
Un'altra lacuna nel lavoro di Karim Azzabi è la mancanza
di cura per la resa estetica: il bumper è
realizzato con la computer grafica, animato e con colori
accesi e in contrasto, ma il tutto non è gradevole dal
punto di vista estetico. Nei lavori di Gaggio, invece,
si realizza una fusione armoniosa della vivacità e del
colore con la bellezza delle citazioni.
Un ultimo dettaglio dissonante rispetto al lavoro
precedente è dato dai jingle, che sono completamente
diversi da quelli proposti da Gaggio. I nuovi motivi
ricordano rumori meccanici di robot che sferragliano;
anche i jingle contribuiscono, quindi, a creare
un'atmosfera da film di fantascienza, da era
post-nucleare. |