|
"Red Ronnie chiude il suo «Roxy Bar»"
QUOTIDIANO
NAZIONALE
17 Aprile 2001 |
|
Red Ronnie chiude il suo «Roxy Bar»
BOLOGNA - Il detto assicura che quando si chiude una porta si apre un portone.
Red Ronnie (nella foto) ci spera, dopo che l'accordo fra Tmc2 ed Mtv ha
decretato la fine del "Roxy Bar". Stasera alle 20.50 l'ultima puntata,
in compagnia di Vasco Rossi, Alex Britti, Elisa, Ustmamò, Bluvertigo e del
flautista Andrea Griminelli. Venerdì prossimo invece sarà "Help" a
chiudere i battenti. Un addio senza veleno nella coda. «Mi spiace solo che
finisca una realtà musicale tutta italiana, nata con Videomusic e proseguita da
Tmc2 a cui mi sono aggregato nel '92 dopo l'esperienza di 'Be Bop a Lula' su
Italia Uno», spiega il conduttore. «Nelle 250 puntate del 'Roxy Bar' e nelle
700 di 'Help' abbiamo sempre cercato di andare incontro al nuovo. Siamo stati i
primi a credere in giovani realtà come Radiohead, Skunk Anansie, Backstreet
Boys, Spice Girls e a proporle in Italia, ma anche a creare una iterazione
diretta fra tv e Internet. Se oggi il nostro sito registra 13 milioni di
contatti il mese è merito anche di questo rapporto privilegiato. Ho contatti
con Mediaset e con la stessa Mtv, ma il mio destino è ancora tutto da decidere».
Ad alimentare la "non sfiducia" di Red, che per l'anagrafe di Bologna
continua a chiamarsi Gabriele Anzaloni, c'è anche il sostanziale cambio di
scenario nell'analisi dei dati d'ascolto. «L'Auditel non ha più il potere di
un tempo: quando il concerto su Raidue dei Lunapop, vero evento televisivo
giovanile dell'anno, fa segnare solo il 6 per cento di share capisci il limite
del sistema di rilevazione». Ronnie-Anzaloni sa benissimo che, al di là di
iniziative sporadiche come l'appello di Enrico Ruggeri sul proprio sito, per
salvare il "Roxy Bar" nessuno farà battaglie politiche modello-Mtv.
«Forse mi sbaglio, ma il fatto che tutta la musica rimanga di fatto nelle mani
di un'emittente americana e di una tedesca come Viva, potrebbe avere conseguenze
disastrose per i nostri artisti. Data la presenza di una classe politica
totalmente indifferente alle esigenze culturali dei giovani, l'unica speranza
sta nell'industria, che comincia a capire l'entità del disagio e cerca delle
risposte. Questa estate, ad esempio, sarò in tour con le tre ragazze Tim per
condurre sulle piazze di tutta la penisola un concorso per nuovi talenti. La
vera forza dello spettacolo saranno i giovani e le loro canzoni».
di Andrea Spinelli |
|
|