VIDEOMUSIC
VIDEOMUSIC, LA MUSICA E' FINITA
De Zulueta: 'E io sto nel limbo' Chiuso l' accordo proprietario, adesso l'
emittente entra nel vivo dei problemi sindacali e delle novità editoriali.
Resterà al suo posto la direttrice del tg?
FIRENZE - Videomusic addio. Il
passaggio dell' unica emittente musicale italiana dalla famiglia Marcucci a
Vittorio Cecchi Gori segna la fine di un' epoca. Per il turbolento mondo dell'
etere, non si tratta solo di un semplice avvicendamento proprietario, ma della
perdita di un pezzo unico e storico della nostra tv. Sparisce l' emittente più
cara al pubblico dei giovani, quella che per anni è rimasta accesa a tutte le
ore del giorno e della notte, un po' radio, un po' compagna di studi o
chiacchiere, di scelte musicali e informazione, letture e curiosità. L' identità
della Videomusic targata Cecchi Gori sarà inevitabilmente un' altra. Il
produttore, al momento a Los Angeles per impegni di lavoro, ha già chiarito che
videoclip e concerti lasceranno il loro trono per far posto alle centinaia di
film del suo magazzino, a spettacoli di intrattenimento, allo sport, tutti
settori cari sia per interessi imprenditoriali che per tradizione a Cecchi Gori.
Più difficile al momento ipotizzare le percentuali che le diverse trasmissioni
avranno nell' arco della giornata, anche se non è difficile immaginare che la
musica finirà nell' angolino, lasciando un varco insperato al colosso americano
Mtv - già operante in Italia via satellite - finita anch' essa, a torto, nel
gran polverone della battaglia per l' acquisto di Videomusic, e costringendo
discografici e musicisti a ridisegnare da capo le loro strategie. Aspettando la
data del passaggio definitivo delle azioni (ormai una pura formalità) dai
Marcucci a Cecchi Gori - prevista per il 26-27 marzo - i circa cento dipendenti
di Videomusic, cinquanta della Beta Television con sede al Ciocco e quaranta
della Artes con sede a Roma, si interrogano sul loro futuro, in particolare su
occupazione e nuova sede. Che sarà Firenze, dove il senatore intende avviare la
costruzione di un terzo polo televisivo, e dove si trovano buona parte dei suoi
interessi: la Fiorentina, l' emittente regionale Canale 10, la Cecchi Gori Home
Video, otto sale cinematografiche.
"Sulla salvaguardia dell'
occupazione - spiega Pierfrancesco Pangallo, giornalista e membro del cdr del tg
di Videomusic - Cecchi Gori ha già dato le sue assicurazioni. C' è già stata la
firma di un protocollo d' intesa tra vecchio e nuovo editore e questa sorta di
precontratto ci toglie qualsiasi spazio di manovra. A questo proposito abbiamo
già chiesto anche un incontro sia con i Marcucci che con Cecchi Gori per
discutere, davanti ai rappresentanti della Federazione della stampa, il nostro
futuro: in settimana dovremmo vedere Paolo Marcucci mentre per Cecchi Gori
aspetteremo il suo rientro dagli Stati Uniti. Quello che invece è ancora tutto
da capire è la logistica dell' operazione. Il previsto trasferimento a Firenze
non ci angoscia più di tanto, ma per quanto la nostra sia una redazione giovane
ci sono anche persone che hanno famiglia e l' operazione potrebbe non esser così
semplice. Inoltre per fare un tg all' altezza Roma resta una sede ideale". Più
duro il comunicato diffuso ieri dai lavoratori del Ciocco, che oltre a porsi
come "problema principe" quello dell' occupazione, afferma "in considerazione
anche della pesante situazione occupazionale della Garfagnana (la zona a nord
della Toscana dove si trova il Ciocco, ndr), riteniamo che il problema della sua
permanenza o meno non possa essere solo un problema aziendale ma di carattere
collettivo... I lavoratori e il sindacato rivendicano in tal senso l'
ottenimento di garanzie occupazionali e in tal senso chiedono la rapida apertura
di un confronto triangolare tra il Gruppo Marcucci, Cecchi Gori e il sindacato
allo scopo di trovare risposte positive e definitive ai problemi aperti".
Insomma la dura trattativa appena conclusa non è che l' inizio di una battaglia
che per Cecchi Gori si annuncia lunga e difficile. Se non bastassero i venti di
guerra che soffiano dalle redazioni c' è anche da affrontare il capitolo
direzione del tg guidato da Tana De Zulueta, corrispondente (in aspettativa)
dell' Economist dall' Italia e fautrice di un giornale prettamente liberal, poco
compatibile con posizioni politiche e intenzioni aziendali di Cecchi Gori. Molti
i nomi, come quelli di Minoli e Volcic, entrati in lizza e poi smentiti. "Per
ora resto qui - dice De Zulueta - in una specie di limbo, sospesa tra due mondi,
senza certezze sul mio futuro. L' unica volta che Cecchi Gori si è pronunciato
su di me, lo ha fatto manifestando l' intenzione di tenermi. Vedremo le
condizioni alle quali sarà possibile. Di certo non lo sarà se non ci saranno
tutte le garanzie necessarie per l' autonomia che ha sempre caratterizzato il
lavoro di questa redazione".
PAOLO RUSSO |