Il 2
aprile 1984 nasceva la stazione televisiva più singolare nel panorama dell'
emittenza privata italiana Ventiquattro ore al giorno di clip, di interviste, di
concerti dei più importanti musicisti del momento
VIDEOMUSIC, UN ANNO TUTTO DI ROCK
ESATTAMENTE un anno fa,
prendevano il via le trasmissioni di un emittente molto singolare nel panorama
televisivo italiano: Videomusic, che trasmette video musicali ventiquattr' ore
su ventiquattro. In un anno ci sono stati circa ventisettemila passaggi video,
circa settanta interviste ed oltre 250 ore di specials. Ma, più di queste cifre,
per illustrare quanto Videomusic abbia influenzato e in qualche misura
modificato il consumo della musica in Italia, bastano le classifiche di vendita
dei dischi, dominate attualmente proprio da quei gruppi che del video hanno
fatto un punto di forza per la loro promozione: come Spandau Ballet, Duran Duran,
Wham. E il grande fenomeno del rinato divismo, che ha coinvolto migliaia di
adolescenti che seguono con grande passione i gruppi musicali, cosa che, in
Italia, non si verificava da almeno un decennio. Il video insomma piace,
soprattutto agli adolescenti, ma non soltanto a loro, e Videomusic in molte case
ha preso il posto della radio, sempre accesa per far compagnia ad altre
attività, riuscendo in alcuni casi a dare un po' di respiro ad un mercato
discografico come quello italiano che lamenta da anni una crisi dalla quale
sembra stentare ad uscire. Alfredo Saitto della Rca, l' etichetta discografica
degli Spandau Ballet, non nasconde la sua soddisfazione: "Videomusic è un'
esperienza molto positiva, per alcuni gruppi la promozione video è stata
determinante, anche se bisogna ricordare che in molti altri casi non ha sortito
alcun effetto. Certamente, Videomusic ha contribuito ad aumentare il consumo
della musica presso il pubblico giovanile, ha catalizzato l' attenzione su
alcuni gruppi, ne ha fatti conoscere di nuovi". "Gli effetti della
programmazione di Videomusic" - dice Stefano Pistolini, direttore del mensile
"Fare Musica" - "si vedono. I video stanno assumendo un ruolo importante nella
vita dei ragazzi, si crea maggiore interesse attorno alla musica, anche se il
pilotaggio delle case discografiche forse si fa più forte e diventa più
difficile scegliere". Al suo primo compleanno Videomusic è diventata pian piano
anche un fenomeno di costume: non è difficile sentire ragazzi che imitano la
cadenza anglo-italiana dei video-jockey dell' emittente, e più di mille ragazze
hanno risposto, proprio nei giorni scorsi, alla "chiamata" di Videomusic per i
provini che la televisione ha organizzato per trovare nuove vee-jay. Lo stile
scanzonato è la nota più caratteristica di questa giovane emittente che, con
molta buona volontà, sta tentando un esperimento paragonabile soltanto a quello
della fortunatissima Mtv americana. Certo la strada da fare, per ottenere una
programmazione migliore e più efficace, è ancora molta, ma i segnali positivi
sembrano confermare che Videomusic ha colto nel segno. (e.a.)
"PER ORA PROGRAMMIAMO TRA
POCO PRODURREMO" MARCO SACCHETTI è il responsabile della redazione di
Videomusic e, da sei mesi, cura in prima persona le scelte musicali e video
dell' emittente. "Siamo molto contenti del successo che Videomusic ha riscosso,
ed in qualche modo ce lo aspettavamo. Credo che si siano creati dei fenomeni in
questo anno che superano Videomusic stessa: e non solo il successo ottenuto da
gruppi come Spandau, Duran, Wham, Bronski Beat o Sade. Videomusic ha creato un
senso di familiarità con il proprio pubblico che le altre emittenti non hanno,
ha contribuito ad allargare la possibilità di scelta del pubblico. (Molti hanno
scoperto gruppi dei quali non conoscevano nemmeno l' esistenza). E' entrata in
molte case accontentando anche spettatori più adulti".
Quanto, delle scelte di
programmazione dei clip, è condizionato dalle case discografiche? "Abbiamo un
largo margine di autonomia: solo i video che passano in heavy rotation, una
dozzina quindi, rispondono a scelte più commerciali. Il resto della
programmazione, una playlist settimanale di quasi duecento titoli, è
assolutamente libero. Dipende naturalmente dal reperimento dei video, a quello
che le case discografiche hanno a disposizione, ma Videomusic ha anche canali di
reperimento autonomi soprattutto sul mercato inglese, con la trasmissione di
Channel 4 "The Tube". Estremizzando, si potrebbe dire che Videomusic in certi
casi condiziona i discografici, come nel caso dei Bronski Beat, è uno strumento
di verifica diretta per decidere la strategia di promozione. Ma non ha un potere
assoluto: la gente guarda i video e sceglie come vuole. Il caso di Prince è
illuminante perchè, nonostante abbia avuto una programmazione video molto forte
in Italia, non ha ottenuto un grande successo di vendita". Come mai Videomusic
ha successo in Italia, mentre in paesi come l' Inghilterra non esistono simili
esperienze? "Forse proprio perchè in Italia non si era mai dato spazio ad un
certo tipo di musica che ai giovani di tutto il mondo piace. Poi, in Inghilterra
c' è un uso del videoregistratore molto più diffuso, e la televisione inglese
già garantisce ampi spazi alla musica rock e pop". Quali sono i progetti futuri
di Videomusic. Cambierà qualcosa nella programmazione? "La caratteristica della
programmazione resterà immutata per il momento.
Ci sarà una ristrutturazione degli
impianti, per permetterci di arrivare in tutta Italia ed allora penseremo anche
alla produzione". |