Videomusic, una gran bella storia
Seguì Mtv e diventò a sua volta modello. L'1 aprile di 20 anni fa
nasceva la prima tv musicale europea di Alberto Campo
Tutt'altro che uno scherzo, benché fosse ancora il primo aprile. Quella notte
di 20 anni fa cominciò a trasmettere Videomusic, inaugurando la propria
programmazione con il clip di All Night Long di Lionel Richie. Una
scommessa il cui azzardo - come vedremo - non riguardava la relazione fra
contenuti e pubblico, bensì l'arretratezza legislativa del mercato televisivo
nostrano.
Prendendo a esempio la neonata Mtv, che aveva debuttato via cavo oltreoceano
nemmeno tre anni prima, la società Beta Television - emanazione della famiglia
Marcucci, proprietaria del network Elefante, sulla cui dorsale appenninica
correva il segnale di Videomusic - progettò una rete tematica dedicata alla
musica giovanile. Settore che fino ad allora non aveva avuto diritto di
cittadinanza nell'etere nazionale, eccezion fatta per qualche isola felice - una
per tutte: Mister Fantasy su RaiUno, dal maggio 1981 al luglio 1984 -
incuneata nei palinsesti delle tv a vocazione generalista.
Base operativa di Videomusic nel complesso turistico di famiglia al Ciocco,
sulle colline nei dintorni di Lucca. L'intuizione, per quanto avventurosa - si
trattava infatti del primo esperimento del genere su scala continentale - era
esatta. Tant'è vero che anni dopo, quando Mtv decise di aprire la propria
filiale europea, i suoi dirigenti presero come modello di business proprio
quello su cui si fondava Videomusic.
La musica al centro della scena: videoclip, riprese di concerti, interviste e
speciali. Ma non solo: crescendo e maturando, il team guidato da Marialina
Marcucci rese il prodotto assai articolato. Basti pensare al ruolo via via
sempre più rilevante assunto dall'informazione, formalizzato nel 1992 con
l'istituzione del TG di Videomusic diretto da Daniela Brancati. E d'altra parte
fu fondamentale la funzione di laboratorio culturale che l'emittente acquisì col
passare del tempo, stabilendo relazioni di reciprocità con la videoarte e il
cinema indipendente.
Massima evidenza fu in quel senso la coproduzione del programma Rapido,
affidato all'estro di Jean-Baptiste Mondino. Un'esperienza straordinaria,
insomma. Che tuttavia cozzò con l'avvilente condizione del sistema
radiotelevisivo italiano. A causa dell'esasperante lentezza con cui procedeva il
piano di assegnazione delle frequenze (ratificato infine nel 1999, a vantaggio
di chi ben si conosce?), Videomusic non raggiunse mai un'adeguata copertura del
territorio nazionale. Perciò scelse di sottrarsi alle rilevazioni Auditel: la
partita non era equa. E alla lunga quel sogno a occhi aperti si infranse contro
la realtà.
Nell'aprile 1995 la proprietà di Videomusic passò nelle mani di Vittorio
Cecchi Gori, che ben presto la fece regredire a canale generalista,
ribattezzandola Tmc2. E sei anni più tardi, quando l'imprenditore toscano
dovette liquidare le sue proprietà per far fronte al crac finanziario, ad
aggiudicarsi il circuito fu Mtv Italia. Che aveva inaugurato le trasmissioni nel
1995, era diventata adulta - programmando 24 ore su 24 - due anni dopo e però
stava rischiando l'oscuramento a causa della mancata concessione delle frequenze
a Rete A, il suo network di riferimento.
Ciò che resta ora di Videomusic è l'immenso archivio di materiale prodotto,
per altro fagocitato dalla stessa Mtv. Malinconico epilogo di una gran bella
storia. |