Tutti a Capri per
festeggiare il patriarca Guelfo, dal farmaceutico all'avventura nelle tv
LUCCA. Per festeggiare i
cinquant'anni di matrimonio Guelfo Marcucci, 74 anni, fondatore dell'omonimo
gruppo industriale lucchese, ha invitato per cinque giorni figli e nipoti a
Capri. «Papà si è concesso finalmente qualche giorno di riposo. Sono stati
giorni bellissimi», sorride la figlia primogenita, Marialina. A Capri c'era
tutta la dinasty marcucciana radunata attorno a Guelfo e alla moglie Iole
Capannacci, 69 anni.
I tre figli: Marialina, 48 anni, Paolo, 39 anni e Andrea, 38 anni. Marialina si
è portata con sè i 3 figli: Chiara, 29 anni (a sua volta con la figlia Maria
Vittoria di 5 anni), Alessandro, 19 anni e Marta, 15 anni. Paolo invece ha solo
due figlie: Laura di 11 anni e Luisa di 4 anni. Infine Andrea con i suoi tre
figli: Luigi, 12 anni, Giulia, 16 anni e Francesco 5 anni. Per il «patriarca»
Guelfo è stata anche l'occasione per raccontare la storia della famiglia. Che
comincia con il nonno materno che vendeva statuine di gesso a Vienna. «Noi siamo
nati nel farmaceutico. Era il 1950: abbiamo rilevato un'aziendina al tribunale
di Pisa, la Farmaceutici Biagini - ha raccontato Guelfo Marcucci -. Dieci anni
dopo abbiamo preso la rappresentanza di una società che produceva
gammaglobuline. La nostra è un'azienda puramente biologica perché lavoriamo
esclusivamente sangue umano. Centinaia di migliaia di litri: siamo probabilmente
la terza azienda al mondo che fa questo lavoro».
Ma dal sangue è spuntata anche l'inchiesta sugli emoderivati, in cui è stato
impigliato il gruppo Marcucci. Comunque la storia giudiziaria si concluda,
l'inchiesta ha amareggiato non poco Guelfo. Forse anche per questo, il patriarca
del gruppo guarda più al futuro dei figli che al suo passato di successi. «Penso
a Ultima di Marialina, a Nodalis di Paolo, al modo di gestire il Ciocco di
Andrea. I loro sono linguaggi che quasi non mi appartengono più, sento che è un
mondo diverso, lo accetto con entusiasmo ma non riuscirei a gestirlo». Dice
Andrea Marcucci: «Noi puntiamo a sviluppare tutte le attività imprenditoriali
che si muovono sul solco dell'innovazione. Da qui la scommessa sui servizi: il
turismo, la comunicazione, la telefonia». Anche se il gruppo Marcucci, mille
dipendenti e oltre 200 milioni di euro di fatturato, continua ad avere negli
emoderivati il business più consistente. Con un grande rimpianto: di essere
stati tra i primi in Italia ad aver intuito con Tele Ciocco, Elefante,
Videomusic, Super Chanell «l'importanza del mezzo tv» ma di non aver avuto
«grandissimi capitali», ha osservato Guelfo, per seguire le orme di Berlusconi.
(m.l.) |